L'ANSPI (Associazione Nazionale S. Paolo Italia) nasce durante il Concilio Vaticano II e ne recepisce le molte istanze di rinnovamento pastorale che caratterizzano la Chiesa di questo terzo millennio, in particolare nei confronti dell'educazione cristiana e umana dei ragazzi e dei giovani. Le sue radici sono da ricercare nella passione di un gruppo di sacerdoti che, lavorando o riferendosi alla bresciana “Rivista del catechismo”, danno vita ad un'Associazione nazionale di Oratori e Circoli giovanili che adotta il nome del nuovo pontefice Paolo VI, fervente sostenitore dell'iniziativa.
A guidarli in questa impresa senza precedenti è il direttore della rivista, il sacerdote Battista Belloli.
La scelta di optare per questa forma giuridica, dopo aver scartata la prima idea di istituire una Federazione Nazionale, è giustificata dalla necessità di costituire un soggetto in grado di inserire gli oratori e i circoli nel contesto della vita civile e sociale italiana, con i diritti e i doveri di ogni altro ente dalla diversa ispirazione e finalità. La felice intuizione di far ottenere alle strutture degli oratori parrocchiali
numerosi riconoscimenti dallo Stato ancor oggi non concessi alle parrocchie e ai coordinamenti diocesani di pastorale oratoriana, è attualmente un modello di servizio alla Chiesa efficiente e ineguagliato, che consente così alla comunità parrocchiale l'allargamento nel territorio locale di attività sociali ed educative.
Essere associazione è un modo concreto per assumere un'organizzazione funzionale e organizzata su tutto il territorio nazionale; data l'esistenza (pur con nomi diversi) di centri socio-ricreativi rivolti alle nuove generazioni in quasi tutte le parrocchie italiane, attraverso l'ANSPI si è ritenuto utile collegarli in un Ente morale privato, attualmente ridefinito in base alle normative sulle associazioni di promozione sociale, nel rispetto dell'autonomia di ogni centro e di ogni diocesi.